EPIGRAMMI. Metamorfosi d'un compagno (e di tanti altri...)
..
Liberale
non lo era mai stato,
ma quando le cose cambiarono
e i compagni al potere
gli dissero che bisognava darsi
una ripulita,
insomma riciclarsi,
da libero che era
si fece liberal.
Poi gli morì
la zia capitalista.
Così ereditò un bar,
e divenne liberista.
E quando fu denunciato
per un balzello non pagato
fu naturale diventare
libertario.
Finché una sera,
per colpa d'una bionda,
in un caffè di Torino,
perse la testa.
E fu libertino.
.
(1983-2007)
2 Comments:
Molto vero e divertente.
Ma ti riferisci a qualcuno in particolare?
Lo puoi dire per curiosità?
Non solo nei post-comunisti, diciamo i Ds, ci sono persone così.
Uomini che magari oggi sono proprietari o direttori di giornali di opposta tendenza, oppure fanno i giornalisti (ma sempre con la medesima arroganza di prima) o i dirigenti di testate vicine a Berlusconi.
Ma anche parecchi "liberali puri", come loro stessi si definiscono, alla fin fine hanno questo curioso e casuale cursus "honorum". Si fa per dire. Ammettiamolo: quanti "liberali", anche famosi, lo sono - liberali, non famosi - o lo sono diventati, solo perché hanno ereditato dal padre lo studio di avvocato?
Insomma, la satira del "liberale" per interesse, non per idee (o meglio, per idee che seguono gli interessi) vale un po' per tutto il famigerato ceto medio e l'alta borghesia italiana.
Oddio, sono preoccupato: non è che mi sto trasformando in Travaglio?
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