24 dicembre 2006

25 DICEMBRE? Ma sì: Tammuz, Horus, Wiracocha, Bacab, Uthu, Mithra ecc.

25 dicembre, Natale di Gesù? Ma va! In realtà è stata la festa di cani e porci. Causa il solstizio d'inverno e gli affollatissimi festeggiamenti popolari a cui tutti i popoli dell’Antichità erano abituati in occasione delle più disparate Feste della Luce. Siamo nei giorni del solstizio d’inverno, e le giornate tornano ad allungarsi, e questo era notato con gioia dagli uomini primitivi, e grazie ai riti atavici delle religioni naturalistiche pagane, anch’essi ben studiati da furbi sacerdoti-Re in funzione di questa ingenua emotività popolare ben attenta all'astrologia e al calendario,  provocava una vera esplosione di frenetica gioia di vivere. Da noi, nel mondo etrusco-romano, i Saturnalia erano un evento lungo e articolato, atteso tutto l’anno.
      Così, col sopravvenire in tempi di crisi di nuove sette monoteiste dall’Oriente, si pose il problema ai nuovi sacerdoti di come e quando far nascere le nuove supposte “Divinità”. Nulla di più semplice e furbo che farle nascere opportunisticamente proprio – guarda caso – in quei giorni. Visto che avevano così tanto successo, meglio non contrastare le grandi e radicate feste pagane, pensarono Cristiani e altri nuovi religionari monoteisti, ma utilizzarle e stravolgerle ai propri scopi di propaganda e diffusione. Per sfruttare le abitudini popolari o, come dicono i pubblicitari moderni, l’effetto “traino” di un evento già “lanciato” e avere il massimo dell’audience anche per i riti della nuova religione. E il “bambin Gesù”? Non si è sottratto a questa regola di cinico marketing, sia pure religioso. Anzi, ne è stato la prima vittima, sia pure virtuale, vista la sua inesistenza storica.
      Insomma, mettiamocelo bene in testa, visto che perfino per i Papi (Benedetto XVI, da teologo colto, ha ammesso in un suo libro che si tratta di una data convenzionale…), il Natale non esiste e non è mai esistito. E’ una data simbolica che è servita per essere data in pasto, come l’offa al cane, al popolino ignorante che, si sa, è ingordo di miti e leggende. E se questo serve a fare nuovi, tanti, proseliti, ben venga la fantasia.
Però i nuovi preti non avevano tenuto conto di un’imbarazzante circostanza. Che la data, giorno più giorno meno, essendo ripresa da molte sette monoteiste dalle medesime antichissime tradizioni pagane, avrebbe provocato imbarazzanti coincidenze.
      Però, per fortuna dei sacerdoti, l’ignoranza dei popoli antichi sulle credenze esotiche, in mancanza di rapide circolazioni di notizie, li salvava. La nuova Chiesa cristiana, che in origine aveva fatto nascere Gesù a febbraio e poi a gennaio, pensò bene di adeguarsi agli usi popolari, ed ebbe tutto l’agio di trasformare la parte religiosa dei Saturnali in giorno “Natale di Nostro Signore Gesù” (25 dicembre), e di allontanare pudicamente dal Natale i divertimenti, l’infrazione delle norme in gennaio e oltre, dopo l’Epifania (Carnevale).
      Ecco, senza alcuna pretesa di sistematicità né approfondimento, solo alcune sette religiose, oltre a quella cristiana, che hanno fatto nascere proprio il 25 dicembre o nei giorni vicini la loro divinità:

Il dio egiziano Horus
I mosaici e gli affreschi raffiguranti immagini di Horus in braccio a Iside ricordano l’iconografia cristiana della Madonna col bambino, tanto da indurci a credere che in epoca cristiana, per ovvi motivi, alcune rappresentazioni di Iside e Horus, spesso raffigurato come un bambino con la corona solare sul capo, furono probabilmente “riciclate”.

Il dio indo-persiano Mithra
Con buona pace della Gatto Trocchi, il culto di Mithra, il più diffuso nell'Impero Romano, a parte la religione ufficiale pagana, fu quello al quale gli inventori della Chiesa Cristiana devono essersi più ispirati, e col quale, anzi, il Cristianesimo si fuse sincreticamente. A proposito, anche Mithra era stato partorito da una vergine, aveva dodici discepoli e veniva soprannominato “il Salvatore”. Furbissima la Chiesa: il passaggio da Mithra a Gesù fu quasi naturale.

Gli dèi babilonesi Tammuz e Shamash
Nel giorno corrispondente al 25 dicembre odierno, nel 3000 a.C. circa, veniva festeggiato il dio Sole babilonese Shamash. Il dio solare veniva chiamato Utu in sumerico e Shamash in accadico. Era il dio del Sole, della giustizia e della predizione, in quanto il sole vede tutto: passato, presente e futuro.In Babilonia successivamente comparve il culto della dea Ishtar e di suo figlio Tammuz, che veniva considerato l’incarnazione del Sole. Allo stesso modo di Iside, anche Ishtar veniva rappresentata con il suo bambino tra le braccia. Attorno alla testa di Tammuz si rappresentava un’aureola di 12 stelle che simboleggiavano i dodici segni zodiacali. È interessante aggiungere che anche in questo culto il dio Tammuz muore per risorgere dopo tre giorni.
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Dioniso
Nei giorni del solstizio d’inverno, si svolgeva in onore di Dioniso una festa rituale chiamata Lenaea, “la festa delle donne selvagge”, non aliena da eccessi sessuali. Veniva celebrato il dio che “rinasceva” bambino dopo essere stato fatto a pezzi.
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Bacab
Era il dio Sole nello Yucatan; si credeva che fosse stato messo al mondo dalla vergine Chiribirias.
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Il dio Sole degli Incas, Wiracocha
Il dio sole degli Incas veniva celebrato nella festa del solstizio d’inverno Inti Raymi (festeggiata il 24 giugno perché nell’emisfero sud, essendo le stagioni rovesciate, il solstizio d’inverno cade appunto in giugno).
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Conclusione. Non c’è bisogno del più acuto Sherlock Holmes degli antropologi per capire che si tratta di analogie impressionanti che parlano da sole. Anzi, parlano del Sole. Ne discende che non soltanto la figura storica di Joshua (“Gesù”), come quelle degli altri Dei fatti nascere in questo periodo, è chiaramente artefatta, e per di più confusa e contraddittoria (si veda al riguardo questo articolo, e soprattutto, per l’opera meritoria di ricerca storica e interpretativa del compianto cristologo Cascioli, quest’altro articolo), ma che molte circostanze di contorno (nascita da una vergine, resurrezione ecc.) sono evidentemente desunte da tradizioni preesistenti. Aderisco completamente alla ricostruzione di Cascioli e ritengo che i primi esempi citati devono aver influito alquanto sulla creazione a posteriori del Cristianesimo, come Elena Savino scrive in Le radici pagane del Natale e a quanto leggo su "Riflessioni.it".

AGGIORNATO IL 24 DICEMBRE 2017

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23 dicembre 2006

DIO MITHRA E SATURNALI. Il finto Natale e le origini pagane dell'Europa

Elvis Presley, Jesus Christ e Robert E Lee Un liberale rispetta tutte le idee, le religioni, le credenze e perfino le fisime e le superstizioni personali. Ognuno è libero non solo di leggere Mein Kampf , i Vangeli, Histoire d’O, o Il Capitale (non che io li voglia mettere sullo stesso piano, sia chiaro), ma anche di portare cornetti alla cintura, frequentare sedute spiritiche, non attraversare la strada se passa un gatto nero, credere alla Cabala, venerare il defunto guru arancione Osho Rajneesh, donare tutti i propri beni a Scientology di Ron Hubbard o alla locale parrocchia cristiana, consultare la Smorfia per ricavarne numeri vincenti per il gioco del lotto. Sarebbe davvero illliberale punire i credenti e i superstiziosi come fece Stalin, non per caso ex seminarista, quindi abituato alle "verità" da imporre agli altri con la forza.

Ma un liberale, certo, non si vieta il piacere di prendere in giro, di far notare assurdità e incongruenze. Insomma, ha un forte senso critico e sottopone a revisione razionale ogni cosa. E se una credenza spiritualista o una religione vogliono farsi Potere, e impongono le proprie norme come leggi per tutti, oppure con la falsificazione storica e l'inganno traggono in errore i "semplici di spirito" (come è scritto nel Vangelo), un vero liberale insorge. Tant'è vero che l'abuso della "credulità popolare" è un reato perseguibile secondo il nostro codice.

Ci sono ex sacerdoti o ex studenti di seminario o teologi pentiti che si sono dati la briga di sottoporre a verifica storica-geografica-semantica singole frasi del Vangelo per dedurne la non affidabilità delle "prove" dell'esistenza storica del rabbino o capopopolo rivoluzionario Joshua. Come dimostra la ricostruzione fatta a suo tempo dal cristologo viterbese Luigi Cascioli, che sottopose ad un'indagine filologica e "poliziesca" alla Sherlock Holmes le citazioni neo-testamentarie della figura di Joshua, poi detto Gesù. Ebbene, pare che la figura del fondatore del Cristianesimo, ingigantita, resa leggendaria e tramandata ai posteri, non sia mai esistita. Gli adepti e i copisti avrebbero sintetizzato in una sola varie figure storiche minori, manipolando luoghi geografici e tempi storici. A cominciare dalla data tradizionale della Natività ricavata dalla Festa della Luce, dai Saturnali, e dai riti per il dio orientale Mithra.

Un'origine così incerta e oscura che oggi non ingannerebbe neanche un acquirente di cani di razza, non diciamo gli adepti d'una Grande Religione. Credo che in 2000 anni ha apparentemente conquistato il mondo, ma accanto a pochi esempi edificanti ha comminato condanne a morte, ha inferto torture, ha condannato al carcere, ha portato guerre, ha compiuto stragi e genocidi, ha soggiogato coscienze, ha impedito ogni genere di libertà. E non vale la scusa - fatta propria anche dal comunismo o dal fascismo - che l'Idea non è toccata dagli errori dei suoi interpreti.

Proprio in questi giorni un uomo nobile e saggio come Welby ha dovuto morire per evitare la dolorosa tortura a cui la cosiddetta "morale" cattolica lo aveva cinicamente condannato. E la sua famiglia, cattolica, si è vista negare - cattiveria nella cattiveria - perfino i funerali che voleva. E la coincidenza ha voluto che l'evento drammatico diventasse il simbolo delle ipocrisie e delle falsità di cui è imbevuto il finto Natale.

E che fosse una finzione consumistica già nell'800 lo denunciava lo scrittore Charles Dickens. Mangiamo dunque panettoni e torroni, simboli altrettanto falsi e ricostruiti di antiche e buone ricette, ma ricordiamoci sempre che stiamo partecipando ad una indecorosa messinscena.

IMMAGINE. Il divinizzato cantante rock Elvis Presley (anche lui, forse, "risorto", dice una leggenda di fanatici rockers americani), il generale Lee eroe della guerra di secessione americana, e Gesù, accomunati dalla devozione popolare negli Stati Uniti.

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11 dicembre 2006

PADRONI DI CANI. Processarli come se fossero stati loro ad aggredire

Basta, tutto ha un limite. Ne va d'un diritto di libertà fondamentale. Ormai il cittadino italiano, specialmente un bambino, non può più passare davanti ad una villa senza il giustificato timore di essere aggredito, ferito, sfigurato e perfino ucciso. Da cani feroci.
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L'ultima delle tante tragiche notizie sul tema riguarda due rottweiler che a Lozzo Atestino (Padova) hanno aggredito, trascinato addirittura per molti metri e praticamente cominciato a "divorare" una ragazza di 25 anni. Salvata con difficoltà da un passante, la povera ragazza ha avuto ben 100 punti di sutura e un corpo devastato per sempre.
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Dal suo lettino di ospedale dovrà ringraziare i parlamentari italiani, legulei veri o legulei eletti, che nei loro grotteschi accenti regionali - Sud e Nord uniti - si gingillano con discorsi vuoti sulle sciocchezze della politica all'italiana, ma sono incapaci di provvedere alle cose davvero serie e concrete che interessano la convivenza civile. E' un'ulteriore vergogna. Del resto, siamo sempre stati convinti che l'uomo politico medio in Italia è molto inferiore al cittadino medio.
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Ormai i cani feroci, allevati e acquistati proprio per questa loro qualità da proprietari senza scrupoli, nell'indifferenza colpevole dei legislatori, devono essere considerati come un braccio del loro padrone. Una nuova legge deve far arrestare e processare il padrone dell'animale, come se le lesioni o la morte da questo procurate fossero state commesse dal padrone stesso. Senza nessuno sconto o distinzione, senza i soliti "se" e "ma" dei legulei all'italiana.
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E bisogna anche rendere l'acquisto, la pubblicità e la vendita di animali aggressivi o potenzialmente aggressivi molto più difficile delle stesse armi, perché gli animali a differenza delle armi sono imprevedibili, quindi molto più pericolosi.

06 dicembre 2006

GESU’? Ecco com’era il ribelle Giovanni di Gamala, povero diavolo d’un Dio.

Gesù viso ricostruito con simulazioni scientifiche al computerEcco come doveva essere, secondo studi antropometrici e antropologici coerenti con la popolazione ebraica di allora, il ribelle (ebreo, ripetiamo, e non... palestinese !) Joshua, in realtà Giovanni di Gamala, fondatore di una setta fondamentalista molto aggressiva, e pretendente al Regno di Israele, la cui drammatica vicenda umana deve essere stata copiata a posteriori dalla Chiesa neonata per costruire dal nulla la biografia d’un eroe eponimo qualsiasi, chiamato Joshua o Gesù. Di cui, non per caso, nessuno storico locale aveva parlato (neanche Giuseppe Flavio: la cui citazione è ritenuta dagli studiosi manipolata e inserita successivamente), e di cui fu cambiata perfino la data di nascita, in un primo tempo collocata a gennaio, poi fatta coincidere con la fine di dicembre, intorno al solstizio d’inverno, come per altre divinità. Gli storici però parlano di rivolte e rivoltosi.

Volto Gesù ricostruito da Polizia italiana dalla Sindone Va bene che doveva essere ricercato dalla Polizia di Israele, ma oggi fa ridere la ricostruzione della Polizia italiana del possibile volto giovanile di questo preteso Joshua, o Giovanni che fosse, a partire dalle presunte impronte su un lenzuolo datato dagli scienziati tra Medioevo e Rinascimento (chiamato Sindone)! Il volto efebico, anzi infantile, del tutto improbabile come mediorientale fa ridere anche i polli: uno così non avrebbe potuto comandare nessuna setta, men che mai una religione di così vasto consenso.

Insomma, quando si tocca l’argomento della figura “storica” di Gesù ci si imbatte sempre in ripetute mistificazioni e imbrogli di ogni tipo. 

«A scuola ci hanno insegnato che in principio c’erano i batteri e non il Verbo! Grazie all’evoluzione siamo arrivati agli ominidi, a Cro-Magnon, Neanderthal, Sapiens, fino ai giorni nostri. Altro che uomo creato a immagine e somiglianza di Dio», scrisse un lettore allo scomparso cristologo Luigi Cascioli, celebre per aver dimostrato in un suo avvincente libro storico, di cui si parla in questo articolo, che il Gesù tramandato dalla Chiesa non è mai esistito, e che la sua figura è stata copiata da un rivoluzionario della setta ebraica degli Esseni (Giovanni di Giuda, da Gamala). «Le conseguenze sono ovvie, quanto drammatiche: tutte le tradizioni cristiane sono grossolanamente false».

Eppure, tra parentesi, il Cristianesimo sembra fondarsi su particolari dettagliati, realistici, si potrebbe obiettare. Anche se poi scivola miseramente su mille bucce di banana. Come la strana spada sguainata da un discepolo nell’Orto degli Ulivi che taglia di netto l’orecchio del soldato venuto ad arrestare Gesù (ma, allora, era una congrega non-violenta o una setta di ribelli armati?). Ora l’incredibile faccenda della raffigurazione iconografica dell’Uomo-Dio. Come mai, tranne che nel primo secolo, i religionari cristiani hanno sempre dipinto Gesù con la pelle chiara e in ultimo perfino col volto da vichingo biondo ed efebico (v. sotto)? Ammesso e non concesso che sia mai esistito, Gesù doveva essere – caso mai – moro, coi tratti del volto forti e con la pelle scura da tipico medio orientale o egiziano, come hanno trovato i ricercatori in una simulazione al computer sulla base dei reperti archeologici degli abitanti dei luoghi all’epoca delle Guerre Giudaiche (v. sopra).

Geù biondo Ma torniamo alla lettera. «Nella Bibbia si parla di glaciazioni, di deriva dei continenti? No di certo. Ma se prima di Colombo erano convinti che la Terra fosse piatta e che fosse il Sole a girare! Come mai la Bibbia non ne parla? Il Dio onnisciente, onnipotente ecc. perché queste cose non le racconta? Come mai non si parla del sistema solare, dell’universo con tutti i suoi pianeti e galassie? Che bisogno c’era di inserire la Terra in un orbita ellittica assieme ad altri pianeti e lune a rischio di asteroidi? E perché proprio la Terra, e non Giove o Saturno?»

«Eppoi, mi scusi l’escalation di rabbia, questo razzista di un Dio, perché avrebbe scelto un solo popolo e non l’intera umanità?
 
Ma che onnipotente e onnipotente. Ha creato Adamo ed Eva e gli hanno disubbidito, Lucifero ha cercato di fargli le scarpe, non contento di quanto fatto ha distrutto quasi tutto con il diluvio universale, ha mandato il figlio e glielo hanno crocifisso, in nome suo vengono fatte le crociate, le conquiste sanguinarie delle Americhe, l’inquisizione, il suo popolo prediletto viene odiato in lungo e in largo e subisce l’olocausto, e non è neanche stato capace di fare un unico Testamento! Per me questo è un grandissimo Sfigato!
Saluti, Riccardo R.”
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Così terminava la lettera inviata a Cascioli, l'intellettuale e cristologo viterbese che ha studiato per decenni i testi religiosi e i documenti storici, e che ha avuto il coraggio di proclamare in un suo bel libro non solo quello che molti da 2000 anni a questa parte hanno già detto, che cioè l’uomo Gesù non era né poteva essere un dio, ma anche quello che quasi nessuno osava pensare, che cioè perfino la sua figura storica è stata inventata di sana pianta dai religionari di una setta estremista degli Esseni partendo dal capo degli ebrei rivoluzionari Giovanni di Gamala (“nazoreo”, o Nazir, cioè rivoluzionario della setta degli Esseni, non nazareno nel senso di abitante di Nazareth), personaggio di cui scrivono – a differenza di Gesù, significativamente del tutto ignorato – gli storici dell’epoca, compreso l’ebreo Giuseppe Flavio. A quella figura storica dell’irredentista, furono sovrapposti gli spezzoni biografici, cronachistici e geografici più diversi, che infatti non combaciano tra loro. Insomma un grande imbroglio, il più grande di tutti. Nientemeno, l’invenzione del Cristianesimo.
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Grazie a Cascioli per l'umiltà e la semplicità con cui ha affrontato il tema epocale, mentre gli intellettuali di professione - quasi tutti atei - evidentemente per snobismo e altezzosità non "si abbassano" a trattare questo "tema da donnette di paese". Perché, si sa, per i cinici "chierici" del sapere, Dio non esiste, è ovvio, e neanche la figura storica di quel determinato uomo-dio chiamato Gesù, eppure per la loro contorta estetica dell'intelletto "è di cattivo gusto", "è sottoculturale", gridarlo forte ai quattro venti. Pensano forse che sia cosa da "vecchi socialisti avvinazzati all'osteria, ai primi del 900"? E i sapienti, si sa, non amano confondersi col buonsenso del popolo, anche quando il popolo ha ragione. Qualcuno, però, ha letto il libro di Cascioli e ne ha scritto molto bene. Può essere letto in formato digitale gratuito (il link è qui).

Così, sanno bene i cinici e opportunisti intellettuali che le religioni sono una mistificazione, un'invenzione a sostegno dei re primigeni. Il romano Numa Pompilio era Rex ma anche Pontifex Maximus, cioè costruttore di ponti e Capo del Genio Militare, oltreché capo supremo religioso. Perfino la Regina Elisabetta è capo della Chiesa Anglicana. Esercitiamoci, piuttosto, ad indovinare quali "ponti" getti e quale esercito comandi il romano Pontefice oggi.

Gli intellettuali atei si sono sempre divisi in conservatori e progressisti. I conservatori un tempo arrivavano a giustificare la religione - nonostante Guicciardini e Machiavelli - come instrumentum per difendere il Principe dalle masse incolte; mentre quelli laici e progressisti si sono illusi che la suprema superstizione potesse "servire" politicamente e psico-sociologicamente a governare ed egemonizzare le masse reazionarie e, in subordine, anche a conservare agli occhi del volgo i propri privilegi di casta. Anche agli intellettuali atei, infatti, piace il Potere, quello altrui e quello proprio.

Del resto, i popoli sono bambini, parafrasando Vico, e la psicologia moderna insegna che le fantasie credute vere, le superstizioni, le religioni, sono uno sfogo "utile" ad un equilibrio interiore già compromesso, hanno addirittura efficacia "terapeutica", come il più balordo dei placebo, come la pastiglia di amido, per gli uomini più deboli.

Inutile scuotere la testa: la tanto conclamata Ragione deve essere solo una piccola parte di sé per tanti uomini. Così va il mondo, da che mondo è mondo. E così, intanto, grazie alle debolezze e agli infantilismi umani, la prima e più grave delle superstizioni, che ha provocato milioni di morti e indicibili sofferenze all'uomo, continua indisturbata a regnare nell'ipocrisia e nell'illusione della "utilità" generale.
Perciò è insieme incredibile ma logico, davvero, che ancor oggi – quando la pena del rogo non esiste più – nessuno parli in modo definitivo della più grande truffa mai compiuta nella storia dell'uomo: l'invenzione di Dio. Senza la quale, la fantasiosa storicizzazione col passaggio da Giovanni di Giuda, di Gamala, il Nazireo o Nazareo, cioè non l'abitante di Nazareth – città lontana dal lago di Tiberiade descritto nei testi – ma il brigatista, un capo-banda degli Esseni pretendente al trono d'Israele, non sarebbe stata possibile.
Forse è per questo che se cercate la parola "Dio" su Google, trovate tutto su un musicista rock e un nuovo motoscooter.

AGGIORNATO IL 18 DICEMBRE 2015