15 luglio 2011

CASTA. Altro che I classe, pagano la II e la III. La stangata che grazia i politici

Politico oratore conferenziere (vignetta colori) Ora che la manovra finanziaria “lacrime e sangue” è stata approvata, ammesso e non concesso che sia efficace, mi viene da pensare, leggendo la frase iniziale della lettera ricevuta da un amico, di sceneggiarla come una battuta d’un famoso comico, mettiamo Pippo Franco, che nel fu romanissimo ristorante-cabaret del Bagaglino fa la voce del tipico politico furbo, corrotto e piacente, gran seduttore di folle: «Sono d'accordo che si debbano sostenere gravi sacrifici per il bene del Paese», dice serioso e con la “faccia da onesto”, intervistato dalla solita Tv compiacente, l’attore in doppiopetto blu. Sorpresa e mormorii nel pubblico pariolino: tutti restano con la forchetta in aria. “Purché – riprende – a pagare siano gli altri”. Ah, be’…
E i cinici fatalisti spettatori del “generone” romano, rassicurati dalla normalità, con un po’ di brusio riprendono ad abbuffarsi come se niente fosse. Come sempre. Del resto, ogni popolo ha i politici che si merita, e vota.
Anche se… questa classe politica è unica, perfino, tra le peggiori classi politiche. Quei tangheri senza arte né parte di Isernia, Palermo o Rovigo, quegli incolti di Bari e Cuneo, quei marpioni qualunque di Perugia e Catania, che decidono di darsi alla politica, ogni giorno ne devono inventare una per sopravvivere. La doppiezza, i segreti, i silenzi, le mistificazioni, gli inganni e gli intrighi di questo Governo mi ricordano i più cinici signorotti del Rinascimento, ma quelli più ignoranti, senza arte né parte. Anzi, no, mi vengono in mente certi untuosi e grassocci monsignori di Curia, golosi e lubrichi, descritti nei sonetti del Belli (tanto che ci abbiamo fatto sopra perfino un sito-blog). Paragone perfetto: infatti quella Casta poco casta non va in chiesa, ma è clericale.

Trucchi e imbrogli, imbrogli e trucchi. Sembra il mitico “bigino” delle scuole medie, il Bignami, che descrive, stavolta per gli studenti adulti, assonnati e dalle mani sporche d’una vecchia scuola serale, i contorti pensieri di Guicciardini e Machiavelli. Ora, per esempio, c’è la Crisi economica e finanziaria? Ebbene, nessuno ci capisce niente. E tutto è nelle mani d’un Mago, neanche un economista, ma un commercialista di Varese, che tira fuori dal cilindro una manovra che dai sacrifici e dai tagli riesce ad escludere con precisione chirurgica proprio la Casta per cui era nata. E contro chi se la prende, malgrado la povertà dei ceti medi e popolari che stringono la cintola da anni? Proprio con loro. Elementare, Watson. Il sadismo è la quintessenza del Potere. E quel po’ di economie proposte da Tremonti sugli tipendi dei parlamentari italiani, scandalosamente i più alti d’Europa, sono state nottetempo “cassate”, appunto, da due deputati siciliani (che di queste cose – cassate e stipendi regionali alti – se ne intendono), come si vede in questo articolo.

Ah, dimenticavo “lacrime e sangue”! Il sangue si capisce, ma le lacrime? Le lacrime sono quelle dei cittadini? No. Loro già danno il sangue, le lacrime non le hanno più. Sono quelle di coccodrillo dei “liberali e liberisti” (specie questi ultimi) che avrebbero potuto fare la voce grossa nei Consigli dei ministri berlusconiani in 15 anni, e che invece non solo non si sono dimessi quando hanno visto che dietro il populismo affaristico non c’era nulla, tantomeno il Liberalismo, ma hanno sempre taciuto in cambio di una bella e comoda carriera politica. Salvo sfogarsi con brillanti calembour sulla scuola di Chicago o di Vienna davanti ai giornalisti, per il godimento dei blog anarco-capitalistici della rete “Tocqueville” (e lui, Tocqueville, poverino, si rivolta nella tomba). Come l’economista Antonio Martino, liberal-conservatore Doc. Come – direte voi – “liberal-conservatore”? E già, scusate l’ossimoro: liberali e conservatori sono termini in antitesi, ma il figlio del grande Gaetano Martino non lo sa, non lo vuole sapere. Anche il padre, il severo Gaetanino, non dorme un sonno tranquillo. Ma ecco la letterina appena arrivata:
NICO VALERIO

Caro Nico, «sono d'accordo che si debbano sostenere gravi sacrifici per il bene del Paese, purché a pagare siano gli altri», mi viene istintivo pensare. È realmente ridicolo (o drammatico, non so più che termini usare) che dopo aver matematicamente dimostrato la loro totale inettitudine a governare il Paese, i nostri politicanti pretendano ed esigano dagli sventurati cittadini che siano loro a risanare le pubbliche finanze! E come "cittadini" mi riferisco in particolar modo ai pensionati e ai dipendenti pubblici, quella sciagurata categoria di individui che piace tanto al ministro del lavoro (il quale, evidentemente, è talmente piccolo di cervello – oltre che di statura – da non capire che se non ci fossero loro a garantire un costante gettito fiscale, altro che i 170 miliardi di euro annuali di evasione accertati dalla Finanza! Ma procediamo con ordine.

Aumento dei ticket sanitari
È evidente che questa imposta graverà principalmente sugli anziani: sono infatti loro ad avere maggiormente bisogno di farmaci. Ma questo sembra non importare ai parassiti del governo: tanto loro i ticket non li pagano, malgrado i loro stipendi siano circa 30 volte superiori a quello di un pensionato medio.

Accise sui carburanti
È un'idea brillante e altamente liberale, nonché degna delle migliori menti economiche, quella di aumentare il prezzo della benzina per finanziare alcune attività (come il FUS) non sapendo dove reperire le risorse. Sarei in grado di farlo anch'io che pure faccio il musicista! Ma questo evidentemente non importa ai politici: tanto loro non pagano né la benzina, né i biglietti per cinema e teatri.

Auto blu
Ma non dovevano essere abolite, seguendo l'esempio di Cameron che va al lavoro in bicicletta? Mi chiedo: se un politico ha bisogno di recarsi al lavoro in un auto blindata, magari da 3000 di cilindrata (fondamentale, soprattutto in città, dove anche in condizioni di scarso traffico non si possono superare i 50 km all'ora!), con tanto di scorta armata (pagata da noi, naturalmente) vuol dire che ha timore di un eventuale attentato. Ma questo, allora, significa che sa di essere un marpione! Una persona seria e onesta che opera nell'interesse della collettività sarebbe amato dai suoi concittadini e non avrebbe bisogno di starsene costantemente in trincea. Pisapia, ad esempio, va in giro senza scorta. Ad ogni modo, sono convinto che con i lauti stipendi elargiti alla casta, i politicanti sono perfettamente in grado di comprarsi e mantenersi le auto blu. Le vogliono? Se le paghino! Oltretutto risparmierebbero sui pedaggi autostradali, sui rifornimenti di carburanti e forse anche sui bolli e le spese di assicurazione...

Tagli alle pensioni più alte (purché non siano quelle di ex-politici) Potrebbe sembrare una buona cosa, ma non dimentichiamo che se un imprenditore, un amministratore delegato, o chi per esso, ha maturato una pensione da 50.000 o 100.000 euro annui è perché ha dovuto versare tanti di quei soldi nel corso della sua attività che un prelievo costante e coatto a quanto ha legittimamente maturato non è altro che un furto legalizzato. Vogliono tagliare il 10% a queste cosiddette pensioni d'oro? Benissimo, ma allora che gli enti previdenziali restituiscano il 10% di tutti i versamenti effettuati sino alla maturazione della pensione. Semplice aritmetica.

Riduzione dei costi della Politca
Ma che diavolo mi salta per la testa? La Casta non si tocca! Su questo sono incredibilmente tutti d'accordo, maggioranza e opposizione, come 945 anime in un nocciolo! E comunque è già stato deciso che spetterà – eventualmente – alla prossima legislatura pelare questa patata bollente.

Blocco delle esenzioni fiscali
Ma che fenomeno il nostro Tremonti! Non si rende conto che diminuendo le detrazioni fiscali – ad esempio sui lavori di ristrutturazione domestica – si rischia di ricorrere maggiormente al lavoro nero e quindi ad aumentare l'evasione? Al contrario, avrebbe dovuto non solo aumentare tali detrazioni, ma addirittura estenderle a tutta una serie di servizi quotidiani: in tal modo sarebbe interesse di tutti i consumatori esigere costantemente le fatture! Quanti, ad esempio, non si fanno mai rilasciare lo scontrino fiscale dal proprio barbiere? Eppure la cura della persona dovrebbe esser considerata fondamentale in una società civile! Ma già dimenticavo: ai politici questo non interessa: loro hanno gratis sia il barbiere, sia il parrucchiere o l'estetista.
Caro Nico, voglio finire qui (per mia e tua fortuna). Ma se mi venisse chiesto di epitomizzare tutto questo con un'unica parola risponderei: disgustoso! A presto, tuo
MARIO PEZZA

JAZZ. Il grande chitarrista Django Reinhardt nel brano intitolato “Brasil”. Peccato il titolo. Lo dedichiamo volentieri al Brasile senza sua colpa (ma per colpa dei suoi cattivi politici) terzomondista ma classista, ricchissimo e poverissimo, caotico, corrotto, anti-occidentale, anti-liberale, distruttore non delle favelas ma delle foreste dell’Amazzonia. Lo stesso che ha rifiutato di estradare il pluri-omicida Battisti.

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2 Comments:

Anonymous ezmaan said...

Mi si tolgono le parole di bocca.

Allons enfants de la Patrie.... A la Bastilleeeeeeeee!!!!!!!!!!!!

16 luglio 2011 alle ore 16:23  
Blogger sally brown said...

io ho un mio pensiero in proposito e tocca il senso del potere, il senso degli antichi adagi ( mondo era e mondo è), il senso del rapporto tra le cose che conta più del nome che si da alle cose. è un discorso lungo, se le cose non cambiano un qualche motivo ci sarà, se anche il grande impero romano è inciampato a un certo punto e, rovinosamente è cascato, mi dico, un qualche motivo ci sarà.
lo dicevano i latini: invero è la moneta la miglior musa che rende l'uom poeta. Evvivaddio


http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio_2nd_action/?copy

intanto mettiamo le pezze
ole/.)

20 luglio 2011 alle ore 19:26  

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