11 dicembre 2013

ALLUME, altro che “sale di potassio”. E deodora il sudore perché è antibatterico.

Allume di rocca in due confezioni (stick e saponetta) NV 2014 Che bel nome, “sale di potassio”! Generico e fantasioso come la chimica dei romanzi. Il potassio si sa, è “buono”, mentre il sodio, per esempio, è “cattivo”, e ancor di più l’alluminio, che potrebbe in teoria aumentare i rischi di danni renali e neuronali (demenza, Alzheimer, Parkinson ecc.), se assunto in modo eccessivo e continuativo, non solo attraverso farmaci antiacidi e antidiarroici e altri inquinanti ambientali, che sono pur sempre d’impatto sporadico, ma anche ogni giorno e per tutta la vita con gli alimenti e le bibite. Infatti, moltissimi cibi quotidiani contengono alluminio naturale, a cui si aggiunge quello che deriva da pentole di alluminio (che si consiglia di sostituire con quelle di acciaio), da lattine, fogli di alluminio e vaschette, a bevande e cibi acidi, soprattutto bibite gassate o di frutta, pomodoro e pietanze condite con salsa di pomodoro, limone, aceto e sottaceti. Ma, sia chiaro, è un rischio ipotizzato e non provato su cui si discute da decenni. Anzi, per obiettività bisogna anche aggiungere che in contro-tendenza esiste anche lo studio d’una commissione scientifica europea che ritiene il rischio alluminio non molto rilevante nell’alimentazione media.
      Conviene, però, ridurre quanto più possibile l’esposizione all’alluminio, e non solo evitando gli evitabilissimi recipienti già detti, ma anche riducendo le possibili fonti non alimentari.
Tra queste, una percentuale piccola ma significativa, perché ci tocca ogni giorno per tutta la vita, è costituita dai deodoranti. Ecco, perciò, un’alternativa possibile ai comuni stick o spray anti-odore e anti-sudore, quasi tutti (fateci caso: leggete la composizione e vedrete che è nelle primissime posizioni) ricchi di cloridrato di alluminio, sostanza che addirittura riduce il sudore, ma che qualche epidemiologo ha ipotizzato che possa favorire addirittura il tumore al seno. Finora senza prove. E l’alternativa sarebbe questo bello e misterioso “sale di potassio” che erboristerie e bancarelle alternative espongono e vendono insaccato e infiocchettato a caro prezzo come “deodorante naturale” e sano, da usarsi al posto dei deodoranti abituali. E ne descrivono meraviglie, con le solite esagerazioni snob, esotiche ed esoteriche.
      Incuriosito, ne compero uno, a carissimo prezzo, un vero furto: 8 euro. Ma che cosa non si fa se serve a combattere il consumismo e le leggende snob sottoculturali! E subito, al sapore, scopro che è acidulo-astringente. Ma sì, è il vecchio, ben noto, familiare, normalissimo allume (“allume di rocca” è il nome storico tradizionale)! Non l’avevo riconosciuto perché sulle bancarelle e nelle erboristerie chic lo vendono in forma irregolare e talvolta colorato di rosa, anche per giustificare una diversità che legittimi il prezzo molto alto (a Porta Portese l’ho visto offerto a ben 8 euro il pezzo: un furto) per una materia prima poverissima… Allume che uso tuttora come emostatico (è un potente coagulante di sostanze colloidali, sangue compreso) per eventuali taglietti da lametta da barba (a proposito, mi vanto di non usare i rasoi di plastica “usa e getta”, ma un “rasoio di sicurezza” di ottone cromato – il mio è degli anni ‘40 – con 9 diverse angolazioni della classica lametta bi-lame), e che usai più volte anche come deodorante anti-sudore oltre 20 anni fa. E che abbandonai soltanto perché allora si vendeva unicamente in scomode saponette spigolose e non in stick. 
      Ma che cos’è chimicamente l’allume? Altro che misterioso “sale di potassio” come lo descrivono i cartellini e i siti alternativi di internet! E’ solfato doppio di alluminio (rieccolo!) e potassio. L’alluminio, dunque, c’è, eccome. Anzi, proprio da allume deriva il nome stesso “alluminio”, che fu isolato da questa pietra cristallina biancastra nell’Ottocento. 
      Comunque l’allume è molto più economico e di semplice composizione, essendo un minerale naturale offerto tale e quale, di qualsiasi stick o spray ultra-tecnologico. Finora non sono noti rischi di assunzione di alluminio attraverso l’uso sulla pelle di allume. Quindi ben venga lo stick di pietra bianca dalla punta tondeggiante più comoda da usare della scivolosa saponetta.
       Ma perché previene e combatte il cattivo odore? Il vecchio allume è non solo batteriostatico (cioè tale da bloccare i batteri inibendone la moltiplicazione), ma addirittura anti-batterico, cioè induce la morte delle cellule batteriche, grazie al suo alto potere osmotico. Tant’è vero che ci sono studi (uno a caso: BULSON et al., Removal and inactivation of bacteria during alum treatment of a lake. Appl. Environ. Microbiol. 48,2,425-430,1984) sul suo uso antibatterico per purificare le acque di piscine e specchi d'acqua ricreativi, specialmente neutralizzando per flocculazione E. coli e S. coli. Metodo che però non può essere utilizzato per potabilizzare le acque perché l'allume è tossico per ingestione, oltre che per l'ambiente biologico.
      Per di più l'allume è un forte astringente, e perciò causa un blocco temporaneo delle ghiandole sudoripare. Quindi è anche antitraspirante. Ma stando ai consigli di alcuni produttori per i quali una tazzina di polvere di allume dovrebbe assorbire gli odori del frigorifero, è anche un anti-odore. Riunendo queste caratteristiche, che ci riserviamo di controllare, l’allume bagnato  sfregato su ascelle e piedi puliti e molto umidi (perché è in acqua che si scioglie) previene e riduce – se già presente – il cattivo odore che si forma quando il sudore – di per sé non odoroso e privo di microrganismi – è attaccato dalla flora batterica della pelle in ambiente umido. Ammettiamo anche che sia meno rischioso il solfato del cloridrato (sempre di alluminio) dei normali deodoranti stick, e soprattutto diamo per scontato che difficilmente l’uso dermatologico, cioè non alimentare, porta rischi significativi di assorbimento. E comunque non ha tutte le altre sostanze chimiche dei deodoranti in commercio, siano essi a spruzzo o solidi (spray o stick). Ma, ironia della sorte, anche qui c’è alluminio!
      Un’alternativa che deve costare pochissimo, perché l’allume è ultra-economico. Invece nelle erboristerie, nei siti alla moda, sulle bancarelle alternative, sottraggono ai gonzi, con questa favola del poetico e misterioso “sale di potassio”, anche 8 o 10 euro a pezzo! Magari con un bel sacchetto di tela e un fiocco rosso! Solite speculazioni da business su tutti gli aspetti della vita sana naturale e “alternativa”.
      Per fortuna, in qualunque negozio di casalinghi e affini, sui banchi del mercato dedicati ai prodotti d’igiene, e perfino in farmacia, costa solo euro 1,50 sia in formato saponetta, sia in formato stick cilindrico dalla punta arrotondata, come gli esempi che ho fotografato (v. immagine sopra). Così siamo a posto con la nostra anima insieme anti-consumista e naturista.
      Capito? I furboni che inventano le mode, avevano riciclato, approfittando dell'ignoranza chimica della gente, una cosa economicissima e vecchia come il cucco, facendone una nuova moda snob, esotica e addirittura esoterica. Come sempre.
      Questo perché ce l'ho a morte contro le mistificazioni, anche di nomi, contro le leggende truffaldine e le mode. Che siano borghesi o alternative, occidentali o orientali, del nord o del sud del mondo.
DUE SISTEMI. «Allora ce lo consigli in sostituzione ai comuni, “normali”, deodoranti?», chiede Elena. Sì, ma sono considerazioni individuali. Innanzitutto non è profumato come gli anti-sudore a cui tutti sono abituati. Bene. La sua attività “deodorante”, perciò, non si riduce a sovrapporre un odore a un altro, ma tende a prevenire o a ridurre il formarsi (futuro) del cattivo odore. Già questo concetto non lo rende adatto ai frettolosi o ai tanti che per “pulito” intendono profumato. Consiglio perciò di provare le diverse applicazioni, visto che costano pochissimo, sia con la forma stick che con la forma saponetta. Ma occorre una tecnica diversa da quella a cui siamo abituati:
      1. Stick e saponetta. Trattandosi di un cristallo solubile, la parte da aspergere (piedi, ascelle ecc.), deve essere sempre molto umida o bagnata, e poi bisogna soffregare con lo stick accuratamente. Altra caratteristica è che non è profumato. Del resto, il potere anti-batterico non è dato dal profumo: ci si può profumare poi come si vuole.
      Pregi. Lo stick ha una forma adatta alle ascelle, ma talvolta è più utile e rapida la saponetta, che offre superfici maggiori (attenti: scivola facilmente quando è bagnata, e se cade in terra si rompe in pezzi). Costano entrambi pochissimo (euro 1,50) e durano molto a lungo. In più, poiché non solo l’allume previene, ma uccide anche i batteri già esistenti in loco (come testimonia il cattivo odore), può in situazioni di emergenza essere cosparso anche su ascelle sudate e non lavate, purché bagnate, il che d’estate è la norma. Il sudore stesso, che è soprattutto acqua, scioglie bene l’allume e lo rende invasivo in tutti i punti dove c’è umidità, e quindi perfettamente attivo. In questo caso estremo, si è notato che non immediatamente, ma nel giro di alcuni minuti cessa il cattivo odore. Lo stesso per le dita dei piedi e il piede intero. Un vantaggio quest’ultimo che i normali stick solidi non offrono. Ma come usare l’allume sulle dita dei piedi e sulla pianta intera del piede? Per evitare che la saponetta di allume vi sfugga di mano (facile), la tecnica migliore è questa: maneggiando a lungo con le dita bagnate (delle mani) l’allume, e con le dita bagnate ben intrise di allume potete massaggiare accuratamente le dita dei piedi.
      Difetti. a). L’allume, essendo un cristallo solubile in acqua, è efficace solo se si scioglie in acqua. Se perciò la parte (ascelle, piedi) non è molto umida o addirittura bagnata, lo sfregamento dello stick o della saponetta di allume non è efficace o non raggiungere tutti i punti in profondità (dita dei piedi). L’ideale, perciò, è prima bagnare la parte e poi cospargere bene con l’allume, anch’esso bagnato. Per le dita e la pianta dei piedi – dove è anche molto efficace – aiutarsi massaggiando con le mani bagnate intrise di allume. Ma il difetto pratico principale è un altro: come asciugare l’ascella o i piedi bagnati? In spiaggia o al sole non è un problema, ma se dovete subito rivestirvi la soluzione obbligatoria è: un minuto di phon asciuga-capelli, fondamentale per l’uso deodorante dell’allume.
      b) L’allume è una sostanza vetrosa molto fragile: se cade in terra si rompe in mille pezzi e pezzetti che è anche difficile trovare (vanno a finire anche sotto i mobili). E questo rischio è alto, altissimo, perché l’allume è molto viscido e scivoloso a tenerlo in mano. E se si rompe, anche il suo pezzo più grande recuperato sarà diventato tagliente negli spigoli e perciò poco adatto a usarlo come deodorante ascellare. Quindi in genere una “saponetta” di allume dura poco ai distratti o a chi non ha un buon controllo delle mani. In questo, si è notato, è meno scivoloso e quindi dura di più il formato stick ascellare, anche perché inserito in un supporto di plastica adatto alla presa che lo protegge un poco in caso di caduta. Peccato solo che la superficie di contatto dell’allume-stick è troppo piccola, mentre quella del fragilissimo allume-saponetta è ampia ed efficace.
      2. Spray liquido. E’ possibile usare l’allume in uno spray fatto in casa? In teoria, sì, ed è efficace, ma dura poco, perché l’ugello piccolissimo dell’apparecchio si ostruisce dopo poche volte con i cristalli di allume che tendono a solidificarsi, e non funziona più. Ho fatto l’esperimento spezzettando l’allume in pezzetti piccoli che vanno inseriti in un contenitore con nebulizzatore (“spruzzino”) vuoto, di quelli d’un deodorante in commercio. Sciacquarlo bene e azionarlo più volte spruzzando acqua o alcol per pulire anche il condotto interno dello spruzzino (che ha tubicini capillari, v. Difetti, più avanti), fino a che sparisce il profumo del precedente deodorante. Proviamo a riempirlo per 3/4 di acqua, aggiungere tanti pezzettini di allume quanti ne può sciogliere e agitare per favorire lo scioglimento. Se dopo alcuni giorni i pezzetti permangono intatti vuol dire che quella soluzione è satura, cioè non accoglie più allume, e i pezzetti possono essere tolti, oppure si può aggiungere altra acqua.
      Pregi. Si è sicuri che l’allume raggiunga ogni parte da deodorare. Ottimo quindi per le dita dei piedi.
      Difetti: L’eccesso di acqua all’allume che esce dallo spruzzino deodorante cola sulla parte da deodorare e va asciugata a mano e col phon. Ma quella che cola lungo l’ugello dello spruzzino tende a solidificarsi, e va pulita: dopo un po’ se i cristalli di allume solidificano dentro l’ugello il nebulizzatore potrebbe non funzionare più e andrebbe risciacquato. Perciò è adatto uno spruzzino che abbia condotti più grandi, se esiste. Insomma, lo spruzzino è un sistema un po’ macchinoso che non consiglio se non risolvete il problema detto.
APPENDICE. MA L’ALLUMINIO È DAVVERO UN RISCHIO REALE?
Intanto vediamo l’alimentazione, che è una fonte diretta. Un’apposita commissione scientifica dell’Unione Europea (EFSA Journal 2008: Scientific opinion of the panel on food additives, flavourings, processing aids and food contact) ha studiato questo rischio nella dieta e ne ha riferito in una relazione a cui si rimanda. Da questa risulta, in estrema sintesi, che i rischi con la sola alimentazione sono in genere limitati. Intanto va premesso che l’alluminio non è un metallo inquinante raro, ma è comunissimo in natura, essendo il secondo o terzo minerale della crosta terrestre. Quindi è largamente presente nelle acque e negli alimenti, anche quelli vegetali che siamo invitati a consumare di più a scopo protettivo.
      La maggior parte degli alimenti non trasformati contiene di norma meno di 5 mg di alluminio per kg. Concentrazioni più elevate (livelli medi compresi tra 5 e 10 mg/kg) sono state riscontrate frequentemente in pane industriale, dolci da forno, pasticceria (con valori più elevati nei biscotti), funghi, alcune verdure, frutta glassata, salsicce, frattaglie, molluschi, cibi ricchi di zuccheri, preparati per lievitazione ecc. Ma l’esposizione umana è aumentata da acque potabilizzate con alluminio, farmaci che lo contengono (antiacidi ecc), cibi acidi cotti o conservati in pentole, vaschette e fogli di alluminio. Anche se questi residui sono una minima parte rispetto all’intera alimentazione. Anche per questa enorme varietà di fonti, l’esposizione alimentare media da acqua e cibi negli adulti ha ampie variazioni: da 1,6 a 13 mg di alluminio/giorno (0,2-1,5 mg/kg di peso corporeo). Oltre agli alimenti in quanto tali il gruppo di esperti ha notato che, in presenza di acidi e sali, l’uso di padelle, recipienti e pellicole di alluminio con alimenti come purea di mela, rabarbaro, purea di pomodoro o aringhe salate può causare un aumento delle concentrazioni di alluminio negli alimenti. Come anche l’uso di vaschette e vassoi di alluminio per alimenti già pronti e di rapido consumo, in particolare nei cibi contenenti pomodoro, sottaceti e aceto.
      La biodisponibilità orale, cioè la possibilità effettiva che la sostanza sia assorbita dal corpo per via alimentare, nell’uomo e negli animali da esperimento dello ione alluminio proveniente dall’acqua potabile è stata stimata attorno allo 0,3%, mentre quella proveniente da alimenti e bevande è ritenuta inferiore (circa 0,1%).
      Sebbene a livelli elevati alcuni composti dell’alluminio possano danneggiare il DNA, il gruppo di esperti ha ritenuto improbabile che ciò sia rilevante per le persone esposte all’alluminio con l’alimentazione. Esistono pochi dati sulla cancerogenicità dei composti dell’alluminio. Proprio il solfato di potassio e alluminio (allume) somministrato nella dieta a livelli elevati è stato provato sui topi – ma è noto che i topi non sono l’Uomo, che ha una ritenzione di alluminio maggiore prima dell’eliminazione renale – senza riscontrare effetti cancerogeni. Il gruppo di esperti ha concluso che, complessivamente, è improbabile che l’alluminio possa avere effetti cancerogeni per l’uomo alle dosi correlate alla dieta.
      E’ vero che l’alluminio ha mostrato effetti neurotossici nei pazienti dializzati e per questo cronicamente esposti per via parenterale ad elevate concentrazioni di alluminio. È stato suggerito che l’alluminio sia coinvolto nell’eziologia del morbo di Alzheimer e che sia associato ad altre malattie degenerative che colpiscono l’uomo. Tali ipotesi, però, restano controverse. Ma in base ai dati scientifici disponibili, il gruppo di esperti non ritiene che l’esposizione all’alluminio tramite l’alimentazione comporti un rischio di insorgenza del morbo di Alzheimer.
      Ma poiché l’alluminio tende ad accumularsi nell’organismo, il gruppo di esperti ha ritenuto più appropriato stabilire per l’alluminio un’assunzione settimanale tollerabile (TWI) di 1 mg di alluminio/kg p.c./settimana. L’esposizione alimentare giornaliera all’alluminio stimata per la popolazione generale in Europa è risultata variare tra 0,2 e 1,5 mg/kg p.c./settimana (consumatore con esposizione media), fino a 2,3 mg/kg p.c./settimana (soggetti a esposizione elevata). È pertanto probabile che il TWI di 1 mg/kg p.c./settimana venga superato da una parte significativa della popolazione europea. Cereali e prodotti a base di cereali (biscotti, pane ecc), verdure, bevande e alcuni prodotti per lattanti (latti e latti di soia) sembrano essere gli alimenti che maggiormente contribuiscono all’esposizione alimentare all’alluminio (Bozza di sintesi parziale: basarsi sulla relazione citata).
IMMAGINE. Le confezioni di allume di rocca in stick e a saponetta acquistate sui banchi di prodotti di igiene dei mercati popolari a solo 1,50 euro. Stesso prezzo, mi riferiscono, in alcune farmacie. E’ insieme anti-odore e anti-sudore perché antibatterico, ed è un potente emostatico.
JAZZ. Il medesimo brano, il bellissimo song Easy Living, interpretato da due orchestre diversissime, una swing e l’altra hard bop. Nella prima la cantante Billie Holiday (3:04). Siamo nel 1937 (1 giugno) e ad accompagnare la Holiday sono Buck Clayton (trumpet), Buster Bailey (clarinet), Lester Young (tenor saxophone), Teddy Wilson (piano), Freddie Green (guitar), Walter Page (bass), Jo Jones (drums). NYC, June 1, 1937. La seconda orchestra è quella di Julian Cannonball Adderley (4:23) con “Cannonball” alto sax, il fratello Nat alla cornetta (non presente in questo brano), Barry Harris piano, Sam Jones bass, Louis Hayes drums. Chicago, Illinois, March 29, 1960.

AGGIORNATO AL 10 DICEMBRE 2022

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